
Dunque, proviamo a procedere con ordine. Ci troviamo a Quito, capitale dell’Ecuador, nei primi anni 60. L’assedio procede da due direzioni: dal resto del mondo, febbricitante per la corsa allo spazio, atterrano le fantasie dolcemente futuribili della space age music; dalle cittadine circostanti affluiscono invece torme di giovani in cerca di lavoro, ansiosi di farsi una posizione nella metropoli dei loro sogni. Il clash culturale che ne deriva non può che riversarsi sulla nascente scena musicale della città: se i ritmi importati dagli immigrati coniano una variante della cumbia ribattezzata “Andean cumbia”, le interferenze elettroniche paracadutate dai satelliti occidentali tramutano quelle danze tropicali in novelty song aliene. Con un’importante discrimine: se la lounge music che impazza nei salotti borghesi si trastulla in un ingenuo ottimismo, queste bizzarre canzoncine non si fanno remore a puntare i riflettori sulla dura vita di lavoratori sfruttati, eppure determinati a resistere. Il successo è immediato e travolgente.
Per capire quanto gli abitanti di Quito prendano sul serio la vita extraterrestre occorre però citare un altro, grottesco antefatto: il 12 febbraio 1949 un epigono locale di Orson Welles decise di replicare il famigerato esperimento radiofonico di 11 anni prima, trasmettendo un’improbabile trasposizione equatoriale de La Guerra Dei Mondi. Se le famiglie statunitensi si limitarono a sprofondare nel panico, i più pragmatici ecuadoregni scatenarono un’autentica sommossa, dando alle fiamme Radio Quito e uccidendo molti dei musicisti presenti nella stazione (tutto vero). Le suggestioni spaziali rappresentano quindi qualcosa di più di un volo pindarico: l’esorcismo di un tragico evento che ha segnato l’immaginario collettivo.
Se c’è un personaggio che ha sintetizzato alla perfezione lo spirito di quei giorni, questo non può che essere Polibio Mayorga. Fattosi le ossa nel celebre complesso Los Locos del Ritmo, si accasò presso l’etichetta Fadisa, divenendone poi direttore artistico. Fatta coppia fissa con il sassofonista Olmedo Torres, Mayorga si distinse presto come autore, arrangiatore, turnista e talent scout, imponendosi come la mente musicale più rispettata del paese. Merito anche di quel Moog che portava sempre sottobraccio, pilotato con l’estro visionario di un Joe Meek o di un Esquivel. Sospesa come un’amaca tra il tintinnare dei cocktail e il risuonare dei tamburi, la sua è easy listening a 24 carati, deliziosa come le migliori nostalgie di futuri perduti.
Il merito di questa antologia è di compilare un variegato assortimento tra le innumerevoli incarnazioni e collaborazioni del poliedrico artista, preservandolo dall’oblio in cui rischiava di sprofondare. Uno dei più bei regali della benemerita Analog Africa in questa sempre più entusiasmante trasferta sudamericana.
Tracklist
1. Junior y Su Equipo – America Índia
2. Eduardo Morales y Su Requinto – Muevase Vecina
3. Polibio Mayorga – Pañuelo De Seda
4. Polibio y Su Vibrafono – Altas Horas
5. Los Locos Del Ritmo – Llorona
6. Alcibiades y Su Banda – Haciendo Bomba
7. Olmedo Torres y Polibio Mayorga – Mi Paisa
8. Polibio Mayorga y Su Conjunto – Culebrita Dormida
9. Orti, Mayorga y Chiriboga – Muñequita Blanca
10. Olmedo Torres y Polibio Mayorga – Unita Mas
11. Alcibiades y Su Banda – Bomba de Pobres
12. Olmedo Torres y Los Gatos – Don Alfoncito
13. Polibio Mayorga – Ferrocarril
14. Orti, Mayorga y Chiriboga – Di Que Me Amas
15. Conjunto La Jorga – La Perra Vida
16. Polibio Mayorga y Su Conjunto – Cumbia Totorana
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