
L’afasia dopo la logorrea, il fango dopo il diluvio, la cenere dopo il fuoco. Backxwash è esausta e non fa nulla per mascherarlo. La furia incontenibile dei tre dischi precedenti ha finito col consumarla. Del suo ruggito incalzante rimane un grido strozzato. La gorgone indomita si presenta adesso come una mormona depressa o una versione gotica di Hattie McDaniel, inchiodata in un sepolcrale dagherrotipo.
Nuovi orizzonti, nuovi cavalli. Via horrorcore e industrial, dentro soul e gospel. Via scariche di rumore digitale, dentro loop ipnotici e sporchi sample. I cori non risuonano più dentro una cattedrale, semmai in un vecchio studio anni 60. Tanto pianoforte, qualche chitarra. Solennità e delicatezza al posto della rabbia cieca.
Dove prima imperversavano Dälek e Death Grips, ora si strizza l’occhio a un JPEGMafia o un Tyler The Creator. La parola chiave è detournement: è così che una straniante ghost dance finisce macinata sul piano elettrico distorto di Black Lazarus o un ghirigoro hyperopop spunta tra i chitarroni estatici di DISSOCIATION, laddove Stairway To Heaven abbraccia una grandeur quasi pinkfloydiana.
Per nulla inorridita dall’idea di emozionare con la pura e semplice melodia, la tormentata autrice tocca i vertici d’intensità quando mira diretta al cuore: la coda celestiale di WAKE UP fa invidia alle paraculate space-vintage di Kendrick Lamar, mentre l’infinita dolcezza di Only Dust Remains sarebbe piaciuta al 2Pac di Dear Mama.
Lungi dal seppellirsi viva, Backxwash preferisce morire e risorgere tra i solchi. Schiaffeggiando con una mano se stessa e con l’altra il mondo che osserva e la osserva, redime l’una e bonifica l’altro. E dopo il calvario non rimane che polvere, da compattare per ricostruire.
Tracklist
1. Black Lazarus
2. WAKE UP
3. Undesirable
4. 9th Gate
5. 9th Heaven
6. DISSOCIATION (feat. Chloe Hotline)
7. History of Violence
8. Stairway to Heaven (feat. Ora Cogan)
9. Love After Death
10. Only Dust Remains (feat. petwife, Fernie, Magella, Morgan-Paige)
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