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Rafael Cadenas
E il Venezuela? È il quesito che mi sono posta sorvolando mentalmente il panorama musicale sudamericano, in cui la patria di Simón Bolívar corrisponde a un vistoso buco sulla cartina. Non è una domanda disinteressata: entrambi i rami della mia famiglia si sono radicati da quelle parti sin dagli anni 50, con mia madre che ci è letteralmente cresciuta prima di tornare in Italia. Non ci sono (ancora) mai stata, ma è come se una parte di me abitasse là da sempre.
Qualcosa, a ben scartabellare, c’è eccome: il prog di porcellana dei Tempano, la funkadelia demenziale dei Los Amigos Invisibles, l’elettronica inafferrabile di Carlos Giffoni, oltre a un decano come Simón Díaz e un’aliena come Arca. Ben poca cosa, però, al cospetto dei brulicanti stati vicini.
A risollevare la quotazioni della desolata scena nazionale sta provvedendo negli ultimi anni La Vida Bohème, direttamente dalla giungla urbana di Caracas. Allo scoccare del quinto album, il quartetto-ora-trio vira verso il buio: video arcigni al posto dei soliti sketch surreali, i collage delle copertine soppiantati da un’istantanea catastrofica, la “terra di nessuno” del titolo a ingoiare i Caraibi dell’opera precedente. Non c’è da stupirsene: tra il regime allo sbando di Maduro, le crescenti prepotenze statunitensi, gli attriti con la limitrofa Guyana e un’opposizione interna tutt’altro che rispettabile (di recente incoronata con uno Nobel più discutibili degli ultimi anni) il loro paese è a un passo dal baratro.
La musica, almeno in parte, si adegua: ecco allora che ¡Coño! sprigiona una furia degna degli Idles, l’esplicita Sangre x Sangre sposa la nevrosi tribale dei Gilla Band e anche i momenti più ballabili, come Entretenimiento, non riescono a scrollarsi di dosso una sardonica inquietudine. Non mancano comunque spiragli di luce, che all’occorrenza sanno farsi sprazzi: Pobres Románticos e Calle En El Cielo vibrano di un epos che rievoca Killers e Arcade Fire, La Belle Époque pulsa come una produzione DFA e ¡Al Coro de las Masas! inforca un garage rock compatto e grintoso. La spenta claustrofobia di Fumanchu, in ogni caso, riabbassa l’asticella dell’ottimismo.
Non basterà certo questo serrato commentario a tenere insieme una nazione in pezzi, ma i La Vida Bohème provano a fare la loro parte prima che il vulcano spazzi via i grattacieli. Quanto a me, spero di poterli raggiungere presto, trovando un paese a cui è stato accordato quel “diritto di vivere in pace” proclamato da Victor Jara.
Tracklist
1. Síndrome de Ulises
2. Entretenimiento
3. ¡Coño!
4. El Amor No Se pide
5. Pobres Románticos
6. Calle en el Cielo
7. Sangre x Sangre (Feat. Apache & McKlopedia
8. La Belle Époque (Feat. Fer Casillas)
9. ¡Al Coro De Las Masas!
10. Tierra De Nadie (Feat. Lil Supa, César Miguel Rondón & Erika De La Vega)
11. Fumanchu
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